Associazioni di malati e oncologi denunciano: «Ancora troppe le disparità nell’accesso alle cure innovative»

 Fonte: Corriere.it/Sportello Cancro

di Vera Martinella

MILANO – Quando, dopo lunghi anni di sperimentazione prima nei laboratori di ricerca e poi nelle corsie d’ospedale, un nuovo farmaco viene finalmente giudicato efficace e approvato dall’Aifa (l’Agenzia italiana del farmaco), l’indicazione dovrebbe essere immediatamente recepita dai Prontuari Terapeutici Regionali in modo tale che la cura sia disponibile il più in fretta possibile per i malati di tutta Italia. Cosa che avviene, purtroppo, soltanto in Lombardia, Piemonte, Friuli Venezia-Giulia, Marche e nella Provincia autonoma di Bolzano. Nel resto della penisola la sanità funziona diversamente perché prima che un farmaco antitumorale divenga effettivamente disponibile nelle farmacie ospedaliere italiane deve completare procedure che possono essere diverse da regione a regione e, nella stessa regione, anche tra le varie Aziende Sanitarie. Insomma, di fatto, ogni regione (visto che ciascuna è dotata di un proprio prontuario terapeutico) si organizza come vuole e come può e i farmaci «nuovi» non vengono resi disponibili ai malati fino a quando, e solo se, vengono esaminati e approvati anche da Commissioni tecnico-scientifiche regionali. La denuncia è avanzata dallaFavo(Federazione italiana delle Associazioni di Volontariato in Oncologia) nella VII Giornata nazionale del malato oncologico e contenuta nel IV Rapporto sulla condizione assistenziale dei malati oncologici presentato ieri al Senato.

COME SI CREANO I RITARDI - «Insieme all’Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom) e alla Società Italiana di Ematologia abbiamo inviato una lettera al Ministro della Salute Renato Balduzzi per evidenziare questa situazione preoccupante – afferma Francesco De Lorenzo, presidente Favo -. Dall’autorizzazione internazionale di un farmaco alla delibera che ne permette l’immissione in commercio in Italia trascorrono in media dai 12 ai 15 mesi. E ulteriori ritardi sono determinati dai tempi di latenza per la messa a disposizione a livello regionale dopo le approvazioni degli enti regolatori internazionali e nazionali. Le lentezze del sistema rischiano di creare disparità tra i pazienti italiani e quelli di altri Paesi europei e tra i malati che risiedono in Regioni diverse». Insomma, fra l’autorizzazione Aifa e la reale disponibilità del farmaco per i cittadini italiani possono frapporsi altre Commissioni che presiedono altrettanti Prontuari Terapeutici Regionali, con potere di filtro o di blocco per l’area di loro competenza. Quindi accade che si crei una discrepanza tra quanto deciso a livello centrale dall’Istituzione scientifica preposta a convalidare l’appropriatezza dei farmaci oncologici a livello europeo (Ema), il parere di Aifa e quanto attuato in alcune Regioni. «La discrezionalità che il Titolo V della Costituzione riconosce alle Regioni – si legge nella lettera -, pur a fronte di comprensibili esigenze di compatibilità economica, non deve arrivare al punto di negare ai malati di cancro farmaci per essi indispensabili e come tali riconosciuti nella maggior parte delle altre Regioni».

FINO A 50 MESI DI ATTESA PER AVERE UN NUOVO FARMACO - In Italia nel 2011 sono state circa 420mila le nuove diagnosi di tumore. «Se la Commissione regionale ha dato parere favorevole, il farmaco antitumorale è introdotto nel PTR dopo un tempo che può raggiungere anche i 50 mesi per alcuni farmaci in alcune Regioni – sottolinea Stefano Cascinu, presidente Aiom, che ha sottoscritto, insieme Fabrizio Pane, presidente Sie, la lettera indirizzata al Ministro -. Con rammarico constatiamo che l’accordo della Conferenza Stato-Regioni del novembre 2010 non ha contribuito al raggiungimento dell’obiettivo di sanare le inaccettabili disuguaglianze tra i malati italiani». Come risolvere il problema? «È necessario stabilire – prosegue Cascinu - nel nuovo patto per la salute che il parere dell’Aifa sia da ritenere non derogabile ed immediatamente valido in tutte le Regioni, ed individuare criteri condivisi per definire il grado di innovazione di un nuovo farmaco in oncologia». Secondo Aiom un nuovo prodotto può essere considerato veramente innovativo in particolare se possiede un meccanismo d’azione innovativo o se utilizza un meccanismo di veicolazione innovativo che si rifletta sulle modalità di diffusione nei tessuti e sull’attività antitumorale; se risponde a un’esigenza di salute ancora insoddisfatta e se ha dimostrato una superiorità significativa rispetto allo standard di cura non solo dal punto di vista statistico ma soprattutto da quello clinico.

LIEVI MIGLIORAMENTI NELL’ULTIMO ANNO - I ritardi burocratici, hanno sottolineato gli esperti riuniti a Roma, compromettono le possibilità di cura dei pazienti e ad oggi molti malati sono costretti a peregrinare da una regione all’altra per trovare la più rapida (e la più generosa) nell’aggiornamento del proprio prontuario. Un’analisi condotta da Aiom nel marzo 2011 ha evidenziato una non uniformità nell’inserimento nei PTR dei 18 farmaci antitumorali ad alto costo autorizzati da Aifa prima del novembre 2010. Dai risultati dell’analisi,ripetuta nel febbraio 2012, emerge un miglioramento rispetto all’anno precedente, ma permangono alcune criticità: in particolare un ostacolo è rappresentato dai tempi a volte molto lunghi tra le discussioni in Commissione regionale e le effettive pubblicazioni delle delibere, fondamentali per la concreta messa a disposizione del farmaco per i pazienti. «Compito del Sistema Sanitario Nazionale – conclude Elisabetta Iannelli, Segretario Favo - è garantire un accesso equo a trattamenti efficaci e sicuri, in grado di soddisfare le richieste dei pazienti e il cui utilizzo deve tradursi in un miglioramento dello stato di salute generale della comunità, nel rispetto del principio di sostenibilità. Nel contempo, occorre che il sistema sia in grado di recepire sollecitamente ogni reale innovazione che emerga nel campo farmaceutico per garantirne una pronta disponibilità sull’intero territorio nazionale». Vera Martinella (Fondazione Veronesi) innovativi.

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