COMUNICATO STAMPA CRD n. 01/2012
Bologna, 22 febbraio 2012


DAL CENTRO RACCOLTA DATI DELLA FONDAZIONE ANT NASCE IL NUOVO SERVIZIO DI APPROFONDIMENTO MENSILE SU ARGOMENTI DI CARATTERE SOCIO-SANITARIO, SOCIO-ECONOMICO E MEDICO.

Approfondimento del mese di febbraio: “Salute psicofisica dei caregiver e ben-essere dei pazienti oncologici in assistenza domiciliare: una ricerca sul rimuginio nei familiari come attivatore potenziale di malattia”.

A cura della Fondazione ANT Italia Onlus e del Dipartimento di Psicologia dell'Università di Bologna.

Lavorando sull’enorme mole di dati relativi ai suoi Assistiti raccolti in oltre trent’anni di attività, il Centro Raccolta Dati (CRD) della Fondazione ANT Italia Onlus dà il via nel mese di febbraio  2012 a un nuovo servizio di approfondimento, con l’obiettivo di divulgare con cadenza mensile contenuti inediti di carattere socio-sanitario, socio-economico e prettamente medico.
ANT dal 1985 a oggi ha assistito gratuitamente a domicilio circa 87.000 Sofferenti di tumore in 9 regioni d’Italia: i dati raccolti in questi anni - in gran parte digitalizzati grazie al supporto del sistema informatico Vitaever - costituiscono la più ampia fonte di informazioni nell’ambito delle cure palliative e della terapia del dolore disponibile nel nostro Paese.
Nel corso dell’anno verranno affrontati diversi temi, partendo dai dati relativi agli assistiti nella città di Bologna ma non escludendo altre realtà locali. Si affronteranno argomenti di carattere medico, socio-sanitario e socio-economico, che vanno dall’intensità assistenziale negli ultimi 30 giorni, al controllo del dolore, al tema del tema del distress, il disagio psicologico nell’assistito, a un focus sull’aspetto sociale e sulla composizione dei nuclei familiari degli assistiti.
L’approfondimento del mese di febbraio 2012, che dà il via a questa nuova iniziativa del Centro Raccolta Dati ANT, è dedicato a uno studio condotto dalla Fondazione in collaborazione con il Dipartimento di Psicologia dell'Università di Bologna, sulla salute pscicofisica dei cosiddetti caregiver, i familiari che si prendono cura dei sofferenti oncologici assistiti a domicilio. La ricerca ha evidenziato che nei caregiver il rimuginio, ovvero il pensare in modo ricorrente e prolungato a quanto di negativo potrà accadere, è un attivatore potenziale di malattia.
L’impatto del tumore incide non solo sulla vita del malato: chi si prende cura di lui viene messo a dura prova dal punto di vista psicologico. L’assistenza ai pazienti oncologici comporta infatti nei familiari lo sviluppo di elevati livelli di stress, che concorrono all’insorgenza e al mantenimento di disturbi somatici invalidanti. La presenza di disagio psicofisico deriva dall’atteggiamento che i caregiver assumono di fronte alla malattia, il quale viene a sua volta influenzato dalle strategie di coping utilizzate, dal giudizio, dalla valutazione e dal senso dato alla propria esperienza. A tal proposito, studi recenti mostrano come il pensare in modo ricorrente e prolungato a quanto di negativo potrà accadere (rimuginio) giochi un ruolo determinante nello sviluppo della sintomatologia psicofisica. Oggetto dello studio effettuato dalla Fondazione ANT e del Dipartimento di Psicologia dell'Università di Bologna è stato infatti quello di verificare il valore predittivo del rimuginio sull’insorgenza di sintomatologia psicofisica nel familiare. Nello specifico, valutare se il rimuginio, in quanto fattore in grado di determinare un rischio maggiore di ammalarsi, possa essere considerato un fattore critico per stabilire una priorità di assistenza.
La ricerca è stata condotta su un campione sperimentale costituito da 107 familiari caregiver (77 femmine e 30 maschi) di pazienti oncologici in assistenza domiciliare. Ciascun caregiver è stato valutato due volte: all’inizio dell’assistenza domiciliare ANT e circa 3 settimane dopo. A tutti i caregiver sono stati somministrati, sia alla prima che alla seconda valutazione, una breve scheda socio-anagrafica e i questionari self-report: il Caregiver Burden Inventory, il Penn State Worry Questionnaire, la Scheda 6 della batteria CBA 2.0 e il Beck Depression Inventory. Il dato più significativo emerso dalla ricerca è che il livello di rimuginio risulta essere molto elevato nei caregiver (1° valutazione: M=42,87 e ds=11,78; 2° valutazione: m=43,35 e ds=13,64). L’indagine ha poi evidenziato risultati significativi in merito alla relazione tra il disagio psicologico e i sintomi somatici dei familiari. Il grado di rimuginio risulta infatti un predittore potente e solido di sintomatologia fisica (r=0,5 e p=0,000001). La presenza di rimuginio predice poi in modo significativo anche il grado di depressione (r=0,46 e p=0,000001). Infine, è stata confermata la capacità dei livelli di rimuginio di prevedere il punteggio totale di carico assistenziale (p<0,01), nonché il carico evolutivo (p<0,05) e fisico (p<0,0001).
La tendenza a rimuginare risulta dunque una variabile determinante rispetto alla salute delle persone che si trovano ad affrontare il difficile compito di assistere un familiare malato di tumore. Infatti, il grado di rimuginio, influendo negativamente sulle condizioni psicofisiche del caregiver, può rendere ancora più difficile il già arduo compito di assistenza. Questi risultati hanno un grande valore pratico e operativo: non va dimenticato, infatti, che se il familiare caregiver si ammala, invece di risultare una risorsa potrebbe finire col rappresentare un’ulteriore aggravante, ostacolando il percorso di riabilitazione oncologica. In quest’ottica sarebbe auspicabile proporre interventi di sostegno dedicati per tale categoria di caregiver a rischio.