L’approvazione del testo è stata preceduta da una serie di interrogazioni parlamentari e da iniziative della European Cancer Patient Coalition (ECPC), l’"associazione europea delle associazioni” in difesa dei malati oncologici. Favo e AIMaC hanno avuto un ruolo importante nella definizione dei contenuti che sono stati trasmessi al Parlamento Europeo tramite il gruppo di pressione costituito dai parlamentari e rappresentati dell’ECPC. Questi i principali contenuti della Risoluzione: creazione di una task force europea contro il cancro e di un comitato consultivo sulla prevenzione; lotta al tabacco e alle sostanze cancerogene in particolare se presenti sui luoghi di lavoro; promozione delle campagne per lo screening precoce; appello alla trasparenza degli studi clinici e all’informazione corretta per agevolare l’arruolamento dei pazienti; istituzione di un registro dei tumori europeo; raccomandazione all’equità nell’accesso ai migliori trattamenti e ai farmaci antitumorali innovativi, incoraggiamento delle cure palliative. Inoltre la Risoluzione invita a redigere una Carta europea per la protezione dei pazienti oncologici (e delle persone affette da handicap) sul lavoro allo scopo di responsabilizzare le imprese sulla continuità occupazionale dei pazienti in cura antitumorale e sul loro reinserimento nel mondo produttivo. Quindi, esorta gli Stati membri a adottare Carte analoghe che prevedano anche la partecipazione dei malati alla definizione delle politiche sanitarie. Come è noto, l’Italia è finora l’unico paese UE ad aver varato una legislazione apposita per fare sì che il lavoratore malato non venga espulso dal processo produttivo, e il merito della primazia va senz’altro ascritto ad AIMaC che ha saputo esercitare una adeguata pressione sul Parlamento. Così oggi tutti i lavoratori dipendenti con posto fisso hanno un valido strumento per passare dal tempo pieno al part-time durante le fasi difficili delle cure antitumorali per poi poter riprendere il normale orario di lavoro, mentre i loro familiari, se lavoratori, acquisiscono un titolo preferenziale rispetto ai colleghi nel mutare l’orario di lavoro (da tempo pieno a tempo parziale) per prendersi cura del congiunto affetto da neoplasia.