Un fiore tra i capelli
L'alopecia provocata dalla chemioterapia può aumentare il livello di stress, ansia e depressione compromettendo la vita di relazione di una donna. Ora in alcune Regioni le parrucche, assimilate alle protesi, sono in parte o in tutto rimborsate
di Elisabetta Iannelli

C'è un aspetto della chemioterapia che, per quanto noto, previsto e spiegato alle pazienti, lascia uno strascico pesante sulla psiche già provata dalla malattia: la perdita dei capelli e dei peli del viso e di tutto il corpo. Soprattutto nelle donne, infatti, il cambiamento della fisionomia indotto dai farmaci può avere effetti demoralizzanti quanto la mutilazione dell'intervento, e compromettere pesantemente la vita di relazione, aumentando il livello di stress, ansia e depressione. Un possibile rimedio è l’uso di una parrucca, magari personalizzata, ma non tutte possono beneficiarne, anche a causa del costo. Ora, almeno per quanto riguarda l’aspetto economico, finalmente qualcosa sta cambiando: le parrucche, assimilate alle protesi (quali in effetti sono), in alcune regioni sono in parte o in tutto rimborsate. Una recente nota della Direzione regionale delle entrate dell'Emilia Romagna, in risposta a interpello (nota n. 009-19317/2009 del 29 aprile 2009) chiarisce che la spesa per l’acquisto della parrucca per chi è in chemioterapia può essere portata in detrazione nella dichiarazione dei redditi. Il panorama di quanto fanno i sistemi sanitari regionali è variegato. La prima ad intervenire è stata la Toscana, che dal 2007 ha offerto alle donne un rimborso di 250 euro, per ottenere il quale basta un'autocertificazione unita alla fattura di pagamento. L'iniziativa, per la quale sono stati stanziati 350.000 euro, è stata pensata come estensione istituzionale del progetto "Un fiore tra i capelli", lanciato nel 2003 dall'associazione "Per te donna" in sette comuni (Camaiore, Stazzema, Forte dei Marmi, Massarosa, Pietrasanta, Seravezza e Viareggio). Un'altra regione che si è fatta carico del problema è quella delle Marche, che dal 2008 prevede un rimborso di 200 euro per le donne affette da tumore mammario. Per questo progetto sono stati stanziati 150.000 euro e per avere il rimborso è necessario presentare un’apposita domanda corredata da certificato medico e fattura di acquisto della parrucca. Anche l'Assessorato alla famiglia del Comune di Monza dà un contributo una tantum di 200 euro alle donne residenti che abbiano un reddito non superiore ai 25.000 euro: le domande vanno consegnate, insieme alla certificazione dei redditi, entro la fine del 2009. In Lombardia, le pazienti in cura presso il reparto di oncologia di Sondrio diretto da Alessandro Bertolini possono contare su parrucche e trucco gratuiti. L'iniziativa è stata resa possibile grazie al contributo dell'Associazione italiana contro le leucemie e l'associazione di volontariato oncologico Univale di Sondrio. Anche in altre parti d’Italia alcune associazioni di volontariato destinano parte dei loro fondi al rimborso parziale o totale delle parrucche; tra queste, l'Associazione oncologica Alto Friuli di Tolmezzo. Per tutte le pazienti che non ottengono rimborsi o contributi, al danno di dover pagare per intero il costo della parrucca, fino ad ora, si è aggiunta la beffa dell’indetraibilità della relativa spesa dalle tasse, come se si trattasse di una spesa voluttuaria ed estetica! Ora anche l’erario ha mostrato di avere un cuore e soprattutto una mente lucida, per capire che la parrucca per l’alopecia causata dalle cure antineoplastiche deve essere considerata una protesi sanitaria e, pertanto, detraibile. La direzione Regionale dell'Emilia Romagna ha, dunque, chiarito che le spese sostenute per l'acquisto della parrucca, da parte di un paziente che abbia perso i capelli in seguito alla chemioterapia (per qualunque forma neoplastica) sono detraibili dall'Irpef (articolo 15, comma 1, lettera c del Tuir), purché la protesi sia stata prescritta da un medico specialista.

http://www.aiote.org/det_art.asp?art=827