Di seguito l'intervento a firma dell'on. Vargiu pubblicato su "Il Sole 24 ore" del 18 marzo 2015, in cui si dà conto della battaglia promossa da FAVO per la garanzia del diritto alla sanità in costituzione.
C'è un «buco nero» nella riforma costituzionale appena votata dalla Camera, un'occasione persa che peserà come un macigno sulla coscienza della politica nei prossimi passaggi in Parlamento prima della definitiva approvazione. La riforma costituzionale corregge finalmente molti errori figli dell'utopia devolutionaria del 2001, ma nel settore della sanità il disegno di legge del Governo, marginalmente emendato dalle Camere, non raddrizza un assetto di governance che sempre meno garantisce il diritto alla salute di tutti i cittadini.
Allo Stato rimane infatti «la determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale», mentre alle Regioni viene attribuita la competenza specifica in materia di «programmazione e organizzazione dei servizi sanitari e sociali». Viene infine introdotta la clausola di salvaguardia della «tutela dell'unità giuridica o economica della Repubblica, o dell'interesse nazionale» che riserva la facoltà d'intervento dello Stato, su proposta del Governo, in materie di competenza non esclusiva.
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