Roma, 4 luglio 2013

A distanza di alcuni mesi dalla pubblicazione del decreto Balduzzi (DL158/2012) in cui si stabiliva che i farmaci innovativi anti-cancro dovessero essere resi immediatamente ed automaticamente disponibili su tutto il territorio nazionale dopo la registrazione AIFA (senza che si dovesse attendere il loro inserimento nei prontuari terapeutici regionali - PTR), emergono aspetti preoccupanti perché fortemente discriminatori.

L'art.12, co. 5, del decreto, prevede, infatti, che detti farmaci salvavita, subito dopo l’approvazione AIFA, nelle more della contrattazione AIFA - aziende produttrici sul prezzo a carico del Ssn, vengano messi in vendita in classe C ovvero a totale carico del malato. L'alto costo dei farmaci oncologici di ultima generazione e la mancanza di limiti temporali alla contrattazione del prezzo in classe H (generalmente molto inferiore al prezzo in classe C) sono causa di una situazione inaccettabile che, di fatto, impedisce il diritto di cura per malattie gravi come il cancro che necessitano di farmaci salvavita il cui costo è insostenibile per le famiglie (5-6mila euro o più a somministrazione). Il SSN deve assicurare il diritto alla salute costituzionalmente garantito a tutti i malati ed in particolare alle persone affette da malattie gravi, croniche ed invalidanti!

La FAVO e l'Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM) già dal 2010 avevano segnalato i gravissimi ritardi e difformità di accesso ai farmaci innovativi nelle diverse regioni (in alcuni casi con ritardi superiori quattro anni dall'autorizzazione nazionale AIFA). L’allarme lanciato dalle associazioni dei malati e degli oncologi medici ha portato all'approvazione dell’accordo sull’accesso ai farmaci innovativi siglato nell’ambito della Conferenza Stato-Regioni il 18 novembre 2010. Il monitoraggio FAVO - AIOM del 2012 sulla effettiva applicazione dell'accordo Stato-Ragioni, pur rilevando un miglioramento rispetto al 2011, evidenziava il permanere di  criticità nella reale disponibilità del farmaco per i pazienti. I dati, presentati in occasione della VII Giornata Nazionale del Malato Oncologico a maggio del 2012 e portati all’attenzione del Parlamento dal sen. Tomassini, allora presidente della Commissione Igiene e Sanità del Senato, che presentò una mozione sostenuta da tutte le forze parlamentari per ottenere l'impegno del Governo “ad intervenire, nell’ambito delle proprie competenze, affinché l’effettiva disponibilità dei nuovi farmaci antitumorali fosse garantita in tutte le Regioni immediatamente dopo la loro registrazione da parte dell'AIFA”.

Le azioni di advocacy e la lettera aperta al Ministro della Salute inviata da FAVO, AIOM e Società Italiana di Ematologia (SIE), in cui si denunciava la drammaticità della situazione, avevano ottenuto che nel decreto Balduzzi del settembre 2012 venisse eliminato l'ostacolo dei ritardi territoriali nella reale disponibilità dei “nuovi” farmaci oncologici in ogni parte d'Italia.

Nelle pieghe del Decreto Balduzzi, però, si annida un grave ed inaccettabile ostacolo di natura economica che, di fatto, crea inaccettabili discriminazioni e mette a rischio la possibilità per i malati di cancro di curarsi con la migliore e più innovativa terapia messa a disposizione dalla scienza medica. Il cancro non conosce sceglie le sue vittime in base alle loro disponibilità economiche, il Governo e l'AIFA, nel rispetto dei principi di appropriatezza e sostenibilità, si attivino immediatamente per risolvere questa gravissima ed ingiusta negazione della tutela della salute.

 

      Francesco De Lorenzo                                                     Elisabetta Iannelli
            Presidente FAVO                                                Segretario Generale FAVO

 

Per saperne di più, guarda la notizia su:

- L'Espresso

- Quotidiano Sanità

 

Pin It