Interpellanza urgente, nella seduta odierna della Camera dei Deputati, da parte dell'On. Mario Pepe al Ministro della Salute. L'interpellanza dell'On. Pepe riprendeva quella portata martedì 18 gennaio in Senato dai Senatori Compagna, Calabrò e Gustavino.
Di seguito la risposta del Governo, nella persona del Sottosegretario Guido Viceconte:

 

GUIDO VICECONTE, Sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca. Signor Presidente, in merito all'opportunità di individuare uno specifico costo standard riferito all'assistenza post acuzie di patologie gravi, con particolare riguardo alle patologie tumorali ed oncoematologiche, occorre far presente, preliminarmente, che la definizione dei costi standard utilizzata per la costruzione del fabbisogno standard, come descritto nel capo IV dello schema del decreto legislativo, attualmente in fase di elaborazione, attuativo della delega contenuta nella legge 5 maggio 2009, n. 42 in materia di federalismo fiscale, è diversa dal concetto teorico di costo standard.
In termini teorici, il costo standard corrisponde al costo di produzione di un bene o di un servizio in condizioni di efficienza ottimali, valutando come non ottimali i costi della produzione che si discostano dal costo standard. Proporsi l'obiettivo di valutare, per trarne uno di tipo standard, i costi effettivamente registrati nelle varie realtà osservate presuppone che i prodotti, per essere confrontabili sotto il profilo dei loro costi di produzione, siano omogenei in tutte le loro caratteristiche.
Ciò comporta che un'adeguata definizione dei costi standard presupponga che nelle singole regioni siano stati implementati sistemi di controllo e di contabilità analitica, e colmata ogni eventuale carenza di dati sui flussi della produzione e dei sistemi gestionali.

Nonostante il fatto che il sistema di contabilità del servizio sanitario nazionale sia notevolmente evoluto e standardizzato rispetto ad altri settori della pubblica amministrazione parimenti caratterizzati da un forte decentramento, tali carenze, in molte realtà regionali, ancora oggi sono rilevanti e determinano, in alcune realtà, disallineamenti tra dati gestionali e registrazioni contabili, inficiando così la determinazione e l'applicazione del costo standard, per cui non è detto che i costi siano correttamente attribuiti allo specifico output che hanno generato e siano facilmente reperibili.
D'altra parte, un costo medio non permette di risalire alle singole funzioni cui si riferisce, ma alla prestazione sommariamente intesa.
Di ciò si è tenuto conto, quando si è ancorata la prima determinazione dei costi standard ai tre macroindicatori della prevenzione, dell'assistenza distrettuale e dell'assistenza ospedaliera, in modo da minimizzare quegli errori di stima che sarebbero stati inevitabili se si fossero, invece, scelti indicatori di maggiore dettaglio.
Peraltro, si deve far presente che i servizi sanitari vengono prodotti o garantiti in base a caratteristiche e modalità che, spesso, sono peculiari delle singole regioni, come interazione tra una specifica domanda sanitaria e le caratteristiche organizzative della struttura di offerta; le regioni, infatti, godono di ampia autonomia nella fissazione del modello organizzativo assistenziale.
Valutati i costi, nella definizione del fabbisogno finanziario delle singole regioni, occorre tenere conto, oltre che delle caratteristiche della popolazione, anche delle caratteristiche del territorio (contesto socio-economico e morfologia del territorio) e delle connesse peculiarità dei servizi offerti.

Tutto ciò premesso, il Ministero della salute intende precisare che l'attuale accezione di «costo standard» da utilizzarsi - in applicazione del citato decreto legislativo da perfezionare - a decorrere dal 2013, per parametrare il riparto delle risorse finanziarie del servizio sanitario nazionale (definite dalla cornice finanziaria in coerenza con il quadro macroeconomico), è computato a livello aggregato per ciascuno dei tre macrolivelli di assistenza e non è calcolato per singola prestazione, ma per gruppi di prestazioni associabili ai predetti LEA.

Va evidenziato, inoltre, che la determinazione dei costi standard deve essere considerata come un processo. Ciò richiede che, nelle singole regioni e nelle singole aziende sanitarie, siano implementati sistemi di controllo e di contabilità analitica, e venga colmata ogni eventuale carenza di dati sui flussi di produzione e sui sistemi gestionali.
Allorché sarà disponibile una periodicità sistematica di ricezione dei dati relativi a tali indicatori, potrà essere rimodulata, con maggiore dettaglio, la definizione dei costi standard per singole aree prestazionali.
Al momento, peraltro, questo Ministero ritiene di poter rassicurare l'onorevole interpellante, Mario Pepe, in merito all'adozione di iniziative atte a garantire progressivi miglioramenti dei processi informativi, di programmazione e di controllo rispetto all'attuale quadro normativo, che, sebbene non definitivo e sicuramente perfettibile sulla base delle esigenze via via emergenti, appare già ora, nella sua complessiva impostazione, sufficientemente adeguato a soddisfare le esigenze di direzione del sistema.

Questo Ministero, infine, ritiene fondamentale che, per garantire la sostenibilità del sistema, occorra accompagnare le misure di determinazione del costo standard con manovre strutturali e di recupero dell'efficienza, soprattutto nelle realtà dove si registrano cospicui disavanzi.
Solo in questo modo si potrà ottenere che le risorse messe a disposizione dallo Stato restino vincolate ai fondamentali obiettivi di miglioramento del servizio sanitario nazionale, individuati congiuntamente dallo Stato e dalle Regioni.

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