Conferenza stampa oggi, 16/12/2015, alla Camera dei Deputati per la presentazione della proposta di legge (A.C. 3324/2015) dell'On. D'Arienzo con il contributo della F.A.V.O.

L'On. D'Arienzo: “tumori, per 9 malati su 10 il lavoro è terapeutico. Aumentiamo i giorni di comporto per tutelare il posto di lavoro dei malati di cancro”
L'avv. Iannelli (FAVO): “Con questa proposta di legge delega si intende riportare ad equità le discrepanze normative esistenti che tutelano il posto di lavoro dei malati oncologici. È necessario garantire la loro inclusione nel mondo produttivo affinché a guarigione clinica corrisponda guarigione sociale”

Roma, 16 dicembre 2015 – Si è tenuta oggi alla Camera dei Deputati la conferenza stampa di presentazione della proposta di legge (A.C. 3324/2015) dell'On. PD Vincenzo D'Arienzo con il contributo della Federazione Italiana Associazioni. Volontariato in Oncologia.

Nel nostro Paese si registrano circa 1.000 nuovi casi di tumore ogni giorno ma grazie ai progressi scientifici il cancro è sempre più una malattia curabile dalla quale è possibile guarire o, quantomeno, convivere per molti anni in condizione di cronicità.
In Italia Il numero delle persone con una diagnosi di tumore (recente o passata) continua a crescere: erano 2.600.000 nel 2010 e sono 3 milioni nel 2015 e di questi 3 milioni,1 persona su 4 può considerarsi “già guarita” e molte altre guariranno (dati AIRTUM).
Ma il cancro non è una patologia che colpisce solo chi è avanti con l'età, sono circa 700mila le persone con diagnosi di cancro in età produttiva. E’ possibile stimare che in Italia quasi 85.000 sono le persone che sono state licenziate, costrette alle dimissioni, oppure a cessare la propria attività o che comunque hanno perso il lavoro negli ultimi cinque anni a seguito delle conseguenze della diagnosi di tumore. Complessivamente, sono invece oltre 274.000 i pazienti oncologici che hanno perso il lavoro (licenziati, dimissionati, costretti a cessare l’attività o costretti a lasciare il lavoro) a seguito dell’insorgenza della malattia, tra le persone che hanno avuto una diagnosi di tumore nella loro vita.
I malati di cancro sono persone a rischio povertà poiché, nonostante il SSN universalistico, la malattia genera un aumento dei costi sociali diretti e indiretti, in poche parole: meno redditi e più costi. È la sintesi dell’impatto del tumore sulla situazione economica dei pazienti. L'indagine FAVO-CENSIS del 2012 ci rivela che il 78% dei malati oncologici, infatti, ha subito un cambiamento nel lavoro in seguito alla diagnosi: il 36,8% ha dovuto fare assenze, il 20,5% è stato costretto a lasciare l’impiego e il 10,2% si è dimesso o ha cessato l’attività (in caso di lavoratore autonomo).

Per le patologie oncologiche la legge in vigore, dichiara Vincenzo D'Arienzo, deputato PD presentatore della proposta di legge, non prevede una disciplina specifica del periodo di comporto, ovvero il periodo nell'ambito del quale il lavoratore non può essere licenziato, ma rinvia alla contrattazione collettiva la regolamentazione, nonché la previsione di casi di esclusione. Al termine del periodo di conservazione del posto di lavoro il datore di lavoro può recedere dal rapporto di lavoro e il licenziamento e' considerato giustificato per motivo oggettivo. Il computo del periodo di comporto, però, è particolarmente svantaggioso in casi di malattie oncologiche per le quali, come è noto, possono facilmente alternarsi periodi di piena abilità al lavoro con altri, solitamente a ridosso di cicli di trattamento terapeutico, in cui è impossibile prestare l’attività lavorativa e risulta necessario assentarsi per malattia. Penso che lo Stato debba disciplinare questa materia. Non è corretto che a farlo sia un accordo tra parti; non è garantita l’omogeneità di trattamento tra malati la cui differenza di trattamento – a parità di malattia - dipende dal rapporto di lavoro.
Per questo, prosegue l'On.le D'Arienzo, ho presentato una proposta di legge. I principi fondamentali sono:

1. omogeneizzare il periodo di comporto per tutti i lavoratori dipendenti ed equiparare lavoratori privati e pubblici;
2. prevedere per le terapie salvavita un ulteriore periodo di comporto retribuito, aggiuntivo rispetto al periodo di comporto ordinario;
3. prevedere, anche per il settore privato, un periodo di aspettativa non retribuita, con conservazione del posto di lavoro, al termine del periodo di comporto riconosciuto;
4. prevedere per i lavoratori autonomi affetti da patologie oncologiche l'aumento del periodo previsto per il riconoscimento dell’indennità di malattia.
5. prevedere l'obbligo per il datore di lavoro di comunicare al lavoratore, con almeno trenta giorni di anticipo sulla scadenza, che il periodo di comporto sta per scadere
6. escludere dal computo del periodo di comporto: i giorni di ricovero ospedaliero o di day hospital per terapie salvavita ed i giorni di assenza dovuti agli effetti collaterali di dette terapie, debitamente certificati.

“Secondo il sondaggio Piepoli-AIMaC, il 97% delle persone malate vuole continuare a lavorare ed essere parte attiva della società – spiega l'Avv. Iannelli V.presidente AIMaC (Associazione Italiana Malati di Cancro) ed anche le evidenze scientifiche dimostrano che il lavoro aiuta a sopportare meglio i trattamenti e a guarire anche per questo è importante prevedere nuovi strumenti per non escludere i malati dal mondo produttivo. Dall’estremo della perdita dell’occupazione alla perdita forzata di giornate o di ore, è evidente che, malgrado gli sforzi di adattamento dei pazienti, si entra in una fase di non facile conciliazione tra condizione di salute e lavoro.
I malati di cancro e le associazioni del volontariato oncologico esprimono ampia soddisfazione per il cammino intrapreso che segue la direzione dell'inclusione socio-lavorativa. “E' questa la dimostrazione – ha affermato l'avv. Elisabetta Iannelli segretario generale FAVO – di quanto possa essere importante il contributo delle istituzioni per il miglioramento delle condizioni di chi affronta una malattia grave e complessa come il cancro che sconvolge non solo il malato in prima persona ma l'intero contesto familiare e sociale. Il cancro si combatte anche nei luoghi di lavoro”. “Da anni FAVO ed AIMaC – ha aggiunto Iannelli - si battono per far conoscere quali sono i diritti dei malati e le azioni di lobbying hanno portato risultati concreti come ad esempio la norma sul part time per i lavoratori che si ammalano di cancro inserita nella legge Biagi.” Il servizio informativo nazionale di AIMaC presente negli IRCCS ed il sistema multimediale, sito internet www.aimac.it, e-mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. e help line 840503579, offre assistenza ed informazione gratuita ai malati di cancro su ogni aspetto della malattia e consente di essere sempre aggiornati anche sugli aspetti socio-lavorativi con il libretto “I diritti del malato di cancro”, edito da AIMaC nel 2003 e giunto oggi alla undicesima edizione.