Di Manuela Perrone

Le malattie non trasmissibili, dall’infarto ai tumori, sono ufficialmente un’emergenza planetaria: a certificare l’allarme su una piaga che falcia ogni anno 36 milioni di vite (il 63% dei decessi nel mondo) è stata la 66esima assemblea delle Nazioni Unite, che ha dedicato alla lotta contro le “non communicable diseases” (Ncd) una Riunione di alto livello.

È la seconda volta (dopo il 2001, quando si parlò di Aids) che un argomento di salute entra nell’agenda dei 192 Stati dell’Onu. Che il tema sia urgente e richieda una strategia globale è fatto ormai noto. Perché le malattie non trasmissibili alimentano una perversa spirale di cronicità e di disabilità. Perché sono macigni sui bilanci pubblici e privati. Ma anche perché si intrecciano con la povertà in un circolo vizioso difficile da spezzare: dei 36 milioni di decessi legati alle Ncd, che potrebbero diventare 65 milioni nel 2030, l’80% si verifica nei Paesi poveri.

La mozione finale approvata dall’Onu prevede un’azione in 57 punti. Che ruota intorno a un punto fermo: per vincere la sfida occorre uno sforzo globale dei Governi e della società contro i fattori di rischio, dal fumo all’obesità. «La prevenzione - si legge - deve essere il cardine della risposta globale alle Ncd». E va portata avanti con un approccio multisettoriale di promozione della salute, che includa misure fiscali, legislative, regolatorie ed educative. Come l’aumento delle tasse sul tabacco, l’impulso agli screening anti-cancro o la stretta sugli spot di alimenti per bambini.

«Un documento importante - commentano Francesco De Lorenzo ed Elisabetta Iannelli di Favo, la Federazione delle associazioni di volontariato oncologico, che ha rappresentato l’Italia insieme con il Governo - che dà un nuovo impulso all’agenda della Sanità mondiale, anche se per certi versi poteva essere più coraggioso». È apparso debole in particolare sulle risorse finanziarie: riconosce che non sono commisurate al problema ma non contempla alcun impegno concreto, limitandosi a chiedere agli Stati membri di esplorare le opzioni per il finanziamento. «L’altro rammarico - spiega Iannelli - è quello di non esser riusciti a istituire un meccanismo di partnership al follow-up sugli impegni presi al vertice: è solo indicata una revisione globale prevista nel 2014. Il nostro obiettivo è quello di far sì che entro il 2015 vi sia un’altra Riunione ad alto livello».

Ma il grande assente dalla mozione è un altro: l’inquinamento. Si citano gli alimenti ricchi di grassi, le vaccinazioni per prevenire le infezioni associate al cancro, persino i cambiamenti climatici. Eppure neanche una parola è riservata all’emergenza ambiente, ignorando la sempre più corposa letteratura scientifica che dimostra il nesso tra inquinamento e malattia. Un’ombra che appanna il valore dell’operazione.

 

Fonte: Il Sole 24 ore Sanità

 

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