Gentile ditrettore,
questa è una lettera che non avremmo mai voluto scrivere, eppure siamo costretti a denunciare, ancora una volta, la miopia delle scelte di politica sanitaria per affermare con forza i diritti dei malati di cancro. Lo schema del Decreto di aggiornamento dei LEA, che sta per entrare in vigore, presenta una gravissima omissione: tra le prestazioni e i servizi garantiti ai cittadini con le risorse pubbliche messe a disposizione del Servizio sanitario nazionale non è stata inserita la riabilitazione oncologica.

A cosa è valsa un’attesa lunga quasi quindici anni, da quando cioè con il DPCM del 29 novembre 2001 per la prima volta sono stati definiti i livelli essenziali di assistenza, se, al momento del loro aggiornamento, sono state ignorate le evidenze scientifiche, i dati sulla prevalenza e sulla guarigione da tumore in Italia, nonché le proiezioni sul numero di persone in vita dopo una diagnosi di tumore recente o lontana nel tempo?

Il cancro non è una malattia come le altre.Nell’Unione Europea nel 2013 è stato responsabile della morte di quasi 1,3 milioni di persone, più di un quarto di tutte le morti (dati Eurostat presentati nel 2016). In Italia, il 30% dei decessi è causato dal cancro e la spesa per i farmaci antineoplastici nel 2014 si è collocata al primo posto, seguita, per la prima volta, dai farmaci antimicrobici e dai farmaci del sistema cardiovascolare (cfr.: Costi, attività e risultati in Oncologia in ottica di popolazione: misurare il “valore” per governare la tempesta perfetta, in VIII° Rapporto FAVO sulla condizione assistenziale del malato oncologico, 2016).

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