In arrivo anche in Italia un questionario dedicato ai malati e già utilizzato in diversi Paesi, in ospedali e sperimentazioni, per valutare la tossicità dei medicinali

Quanto pesano davvero gli effetti collaterali delle cure anticancro nella vita quotidiana del paziente? Come interferiscono nelle sue attività giornaliere o nella sua capacità di portare a termine la terapia? Quanto il singolo individuo riesce a sopportarne alcuni e altri meno? Per rispondere a queste domande da alcuni anni esiste un apposito test che è stato elaborato negli Stati Uniti ed è già in uso anche in altri Paesi ed è finalmente in arrivo anche in Italia. Con questo strumento il malato dà il proprio contributo diretto, e non mediato dal medico, sulla tossicità dei trattamenti e i dati che emergono (pur essendo valutazioni soggettive di chi risponde) sono misurabili scientificamente e in modo oggettivo.


Un questionario in cui il paziente dice la sua sulla tossicità della cura
La tipologia di problemi da affrontare dipende molto dal tipo di neoplasia e dai trattamenti fatti, ma l’effetto finale è sempre lo stesso: i disturbi peggiorano notevolmente la qualità di vita delle persone. Non di rado rendono impossibile il ritorno alla «normalità», il rientro al lavoro, la ripresa delle attività domestiche, sociali o sportive. «Nessuno più del paziente ha un’esperienza diretta delle tossicità dei farmaci – dice Elisabetta Iannelli segretario generale della Federazione italiana delle Associazioni di Volontariato in Oncologia (FAVO) - e nessuno può comprendere al meglio quanto gli effetti collaterali delle terapie oncologiche possono pesare sulla vita di tutti i giorni a livello relazionale, psico-fisico e in tutti i versanti dell’esistenza. Ma ad oggi il malato non ha modo di esprimere la sua esperienza in modo diretto, perché il suo vissuto viene sempre filtrato dal medico che lo segue».


Leggi l'articolo completo, a firma Vera Martinella, su Corriere.it/Sportello cancro

 

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