Il bel pezzo di Luigi Cucchi su "Il Giornale" di oggi, che parla dei temi sollevati da FAVO nel 7° Rapporto sulla condizione assistenziale dei malati oncologici, ed in particolare del problema della riabilitazione per le persone guarite dal cancro.

 

di Luigi Cucchi

Anno dopo anno crescono gli italiani che guariscono dal cancro. Sono tre milioni gli italiani che oggi vivono con una diagnosi di neoplasia maligna, di queste 704mila possono definirsi guarite (1 persona su 4, pari al 27% degli italiani colpiti da tumore). La diagnosi di cancro non è più una condanna a morte, ma una malattia con la quale, se curati adeguatamente, si può convivere. Lo si è ribadito durante la Giornata nazionale del malato oncologico, giunta quest'anno alla X edizione, che si è celebrata giovedì scorso in tutta Italia.

La riabilitazione oncologica deve essere riconosciuta nella sua specificità e rientrare nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) garantiti a tutti i cittadini. Oggi non è così. La mancanza di supporto socio-economico carica di oneri le famiglie, costrette a provvedere a proprie spese alle forme di assistenza non previste dal Servizio Sanitario Nazionale. La denuncia è contenuta proprio nel VII Rapporto sulla condizione assistenziale dei malati oncologici, presentato al Senato. Le Associazioni dei pazienti, coordinate dalla Federazione delle Associazioni di Volontariato in Oncologia (FAVO), chiedono che la riabilitazione venga inserita tra le prestazioni previste sui Livelli Essenziali di Assistenza in corso di approvazione.


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