L'intervento di Silvana Zambrini, Vice Presidente FAVO, su Quotidiano Sanità a proposito della riforma del Terzo Settore in atto:

Dopo la sua approvazione alla Camera ha preso il via anche al Senato, in Commissione atti Costituzionali, il dibattito sul DDL, Delega al Governo per la Riforma del Terzo Settore. La Legge Delega riguarda la riforma del Terzo Settore, dell’Impresa sociale e per la disciplina del Servizio civile universale. Nella attuale situazione una riforma è non solo auspicabile ma sicuramente necessaria e molte sono le istanze poste dal mondo del volontariato, prima fra tutte l’obiettivo di una chiara identificazione e la semplificazione della operatività. Il mondo del no-Profit si è fortemente ampliato in questi anni, soprattutto nel Nord e nel Centro Italia, fino a contare oltre 300.000 Organizzazioni, con 4,8 milioni di volontari e circa 1 milione di lavoratori dipendenti o esterni.

Il decreto legislativo in approvazione non è dunque cosa da poco. Infatti regolamenta il lavoro di un settore non marginale, impegnato nella soluzione di problemi di interesse pubblico, ma senza motivazioni economiche. I bisogni espressi dai cittadini riguardano la salute, l’assistenza, la cura dell’ambiente e del patrimonio culturale. Dunque la società civile assume responsabilità non assunte, o precariamente gestite, dal settore pubblico. E che vanno interpretate con una nuova cultura umanistica. È vero che il Paese ha bisogno di radicali cambiamenti innovativi ed è assolutamente vero che il variegato mondo del volontariato ha bisogno di entrare in una fase di modernizzazione per affrontare un nuovo ciclo operativo. E fin qui tutti d’accordo. Il problema sorge quando la Riforma rischia di minare alla base l’identità e l’essenza del volontariato che è la gratuità, non solo come totale assenza di lucro ma come capacità del ”dono” di sé verso l’altro bisognoso o verso specifici problemi ambientali e di mancata crescita culturale. La Legge Delega dovrà dunque essere chiara per ottenere una maggiore e diversa potenzialità delle forze impegnate, ma tenendo conto delle istanze espresse negli emendamenti proposti dal volontariato e dalla promozione sociale, anche se con voce e accenti diversi.

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