Fonte: Corriere della Sera del 8 marzo 2015

di Elisabetta Iannelli

Aggiungere una sola parola: “sanitari” accanto a “diritti sociali” nel testo di riforma dell’art. 117, lett. m della Costituzione, perché possa essere garantito il diritto alla salute per tutti, in ogni parte d’Italia, senza disparità. Lo chiedono associazioni e federazioni di pazienti delle più diverse patologie, aderendo a un appello promosso dalla FAVO (Federazione delle Associazioni di Volontariato in Oncologia).

Una mobilitazione per far sentire la voce dei malati in un momento di decisioni cruciali per il futuro della sanità nel Paese. Non un coro di proteste, ma la risposta al richiamo del Presidente Mattarella: «Garantire la Costituzione significa anche garantire i diritti dei malati».

In Parlamento si discute una riforma dell’art. 117 che tenderebbe ad attribuire nuova centralità statale, ed omogeneità, alle decisioni in materia di sanità. Nel testo di riforma, la parte che riserva allo Stato la determinazione dei livelli essenziali dei diritti civili e sociali, omette però di menzionare i diritti sanitari.

Tale omissione rischia di aprire contenziosi infiniti tra Stato e Regioni, poiché è lasciato all’interprete valutare se i diritti sanitari siano compresi in quelli sociali. La frase successiva, nello stesso comma, invece, distingue la materia della salute dalle politiche sociali, fornendo una risposa negativa al dubbio interpretativo.

Ciò rende incerto il potere del Governo di vigilare ed eventualmente sostituirsi alle Regioni inadempienti affinché siano effettivamente erogati servizi sanitari conformi ai Livelli Essenziali di Assistenza. Continueranno dunque a esserci malati di serie A e B a seconda della regione in cui vivono? Le organizzazioni dei malati indicano la strada da percorrere e si appellano ai parlamentari perché sia garantita la #sanitàunaeindivisibile piuttosto che 21 sistemi regionali.

L’emendamento richiesto è stato respinto dall’Aula. Il dibattito parlamentare che ha preceduto il voto, tuttavia incoraggia ad insistere sia nell’approvazione dell’ordine del giorno che si voterà nei prossimi giorni alla Camera sia nella prossima discussione della riforma in Senato, visto il valore politico del coinvolgimentodi tante organizzazioni della società civile, di cui i partiti dovranno tenere conto.

I malati e i loro familiari sono parte integrante e indispensabile del dibattito politico per la tutela dell’unico diritto, quello alla salute, definito dalla nostra Carta: «diritto fondamentale dell’individuo e interesse della collettività


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